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Turismo in Puglia, numeri in crescita. Innocenti: «Bene le politiche regionali dell’assessore Capone, ora sostegno a innovazione e formazione»

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«I dati diffusi dall’Assessore regionale pugliese al turismo Loredana Capone, relativi agli incrementi dei flussi turistici in Puglia, sono la testimonianza che quando si lavora bene i frutti arrivano sempre». È quanto sostiene il Vicepresidente vicario nazionale e Presidente regionale pugliese della Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo) Piero Innocenti, nel commentare i dati SPOT di un campione del 75% delle 7.000 strutture ricettive iscritte al database regionale pugliese e che segnalano un +3% per gli arrivi e un +4% per le presenze rispetto allo stesso periodo del 2018.

«Il lavoro incessante dell’Assessore regionale al turismo, che ha il merito di aver dialogato e ascoltato in questi anni tutti gli attori del comparto turistico, noi compresi, non può che alimentare ulteriore speranza e fiducia. Turismo vuol dire sviluppo. La nostra Puglia, dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, offre tantissimo e difatti ha generato l’interesse di investitori internazionali, riacceso l’interesse degli operatori che credono nel turismo come settore economico produttivo capace in grado di creare opportunità, lavoro e crescita sociale».

Innocenti si dice soddisfatto anche per i dati ISTAT, ancora parziali, che segnalano in questa estate 2019 un deciso incremento dei viaggiatori che si rivolgono alle agenzie di viaggi per pianificare le proprie vacanze. «I numeri e gli indicatori – conferma – segnalano che, in molte regioni, il ritorno alle agenzie di viaggi come interlocutore privilegiato per organizzare le vacanze non rallenta la sua corsa. Le previsioni restano positive anche per i prossimi anni con prospettive di crescita già nel medio termine. Occorre continuare sulla medesima strada, per favorire una ulteriore crescita e incentivare politiche di sostegno all’innovazione e alla formazione, nonché alla  riqualificazione del settore. Quindi ridurre la pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro, in modo da liberare risorse economiche per gli investimenti e la competitività».